Si trova sul Celio, di fronte al Palatino ed accanto al Circo Massimo.
La complessa struttura attuale, frutto del rifacimento barocco dell’antico edificio medievale, sorge sul luogo dove, nel 575, san Gregorio Magno, cui è intitolata la chiesa, trasformò la propria casa in un monastero intitolato a Sant’Andrea Apostolo.
La chiesa medievale fu completamente rinnovata all'esterno (scalinata, facciata ed atrio) da Gian Battista Sorìa ed all'interno da Francesco Ferrari.
Vi sono sepolti:
A. Bonsi, Emanuela Savelli Lomellini, L. Guidiccioni, M. Bonsi, P. Beltrame, P. Del Drago Santacroce
La facciata che, in cima a un’ampia scalinata, guarda l’antistante Palatino, fu realizzata da Giovanni Battista Soria su modello di quella di San Luigi dei Francesi, articolata su due ordini di lesene, che la dividono in tre campate di cui la mediana è coronata da un timpano.
L'interno, dall'aspetto barocco, è a tre navate divise da sedici colonne antiche ed è decorato da pilastri e stucchi.
Su un ampio piazzale prospettano tre oratori, risistemati all’inizio del XVII secolo dal cardinal Baronio. Il primo, dedicato a Sant’Andrea, conserva al suo interno due celebri affreschi: la Flagellazione di Sant’Andrea del Domenichino e Sant’Andrea condotto al supplizio di Guido Reni. L’oratorio di Santa Barbara detto anche del “Triclinio”, deve questo suo nome all’antichissimo tavolo in pietra sul quale si vuole che san Gregorio abbia servito il cibo a dodici poveri, cui si sarebbe in seguito unito un angelo sfolgorante di luce. L’ultimo oratorio, dedicato a Santa Silvia, madre di san Gregorio, fu eretto dal Baronio e reca nell’abside il famoso Concerto d’angeli di Guido Reni.