Situata in via XX Settembre, fu eretta da Carlo Maderno, tra il 1608 ed il 1626, per volere del cardinale Scipione Borghese che ne aveva finanziato la costruzione. La chiesa, che sorgeva su una precedente cappella del convento dei Carmelitani Scalzi, doveva essere dedicata, secondo il cardinale Scipione Borghese a san Paolo. Ma la vittoria riportata nel 1620 a Praga dalle armate cattoliche guidate da Ferdinando II d’Asburgo contro quelle protestanti, alla quale aveva contribuito un’effigie della Madonna rinvenuta presso il castello di Pilsen e trasportata nella chiesa ancora in via di costruzione, ne fece mutare il nome in Santa Maria della Vittoria. Sei anni dopo la chiesa fu completata con l’erezione della facciata disegnata da Giovanni Battista Soria, che si ispirò a quella della vicina Santa Susanna.
Vi sono sepolti:
F. Manizio, S. A. Tanara, Silvano Giustiniani
L’interno, a una sola navata dotato di una cupola priva di tamburo, fu ornato, secondo l’allora imperante gusto barocco, con un’autentica profusione di marmi, stucchi, ori, e fregi. A impreziosirlo ulteriormente concorsero anche le pitture del Domenichino, le ultime eseguite a Roma dall’artista, poste nella seconda cappella di destra e inerenti la figura di San Francesco, ritratto in alcuni episodi della sua vita, nonché di un particolare San Paolo rapito al terzo cielo, opera di Gherardo Delle Notti del 1620.
Ma il capolavoro assoluto conservato all’interno di questa chiesa è la statua di Santa Teresa del Bernini posta nella Cappella Cornaro realizzata tra il 1647 e il 1651 sempre dal Bernini. Quest’opera tanto intensa quanto raffinata nella sua esecuzione raffigura la santa in estasi mistica trafitta da un angelo mentre da alcune nicchie, che paiono palchi di teatro, assistono alla scena i membri della famiglia Cornaro ritratti nei loro ricchi abiti secenteschi.